LA PASSIONE DI ALBERGATORI
dedicata ai nostri Clienti!
LA TOSCANA HA 10 PROVINCE , una più interessante dell'altra. Molti pensando alla toscana pensano a Firenze, alla torre di Pisa e al palio di Siena. Ma.............le altre non son da meno in quanto a chiese , duomi, piazze.......... Partendo dai nostri hotel ,anche la più lontana si raggiunge in poco più di 2 ore, Pisa Lucca al max in mezz' ora.
Molte delle notizie che pubblichiamo in questa pagina sono state raccolte da altri siti internet che ringraziamo , e li preghiamo ........qualora non fossero d'accordo di avvisarci subito ( provvederemo alla rimozione)
LUCCA - torna su
Lucca è una delle principali città d'arte d'Italia, celebre anche al di fuori dei confini nazionali soprattutto per la sua intatta cinta muraria del XV-XVII secolo, che descrive un perimetro di 4.450 m circa intorno al nucleo storico della città e ne fa uno dei 4 capoluoghi di provincia Italiani ad avere una cerchia muraria intatta, assieme a Ferrara, Grosseto, Bergamo; la stessa cerchia, trasformata già a partire dalla seconda metà dell'Ottocento in piacevole passeggiata pedonale, risulta a tutt'oggi come una delle meglio conservate in Europa, in quanto mai utilizzata nei secoli passati a scopo difensivo. Di conseguenza anche il centro storico monumentale della città è rimasto pressoché intatto nel suo aspetto originario, potendo dunque annoverare svariate architetture di pregio, come le numerosissime chiese medievali di notevole ricchezza architettonica (Lucca è stata addirittura soprannominata la "città dalle 100 chiese", proprio per la presenza di numerose chiese nel suo nucleo storico, consacrate e non, presenti in passato ed ora in città), torri e campanili, e monumentali palazzi rinascimentali di pregevole linearità stilistica. La città vanta anche suggestivi spazi urbani: il più celebre è sicuramente quello di Piazza dell'Anfiteatro, nato sulle rovine dell'antico anfiteatro romano ad opera dell'architetto Nottolini ed unico nel suo genere architettonico. L ' anfiteatro ogni estate ospita una manifestazione ormai famosa il SUMMER FESTIVAL con concerti pop e rock con artisti da tutto il mondo
Arteria principale della città storica è la stretta e medievale Via Fillungo, che riunisce i maggiori esercizi commerciali della città. Altre piazze suggestive sono poi Piazza San Michele, fulcro storico della città e Piazza San Martino, fulcro religioso dove sorge il celebre Duomo di San Martino.
Proprio per questa sua immensa ricchezza storico-monumentale è stata avanzata di recente la proposta di includere la città di Lucca nella lista del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Ogni anno tra fine ottobre e i primi di novembre si svolge la Lucca comics, considerata la più importante fiera del fumetto italiana.
Il Settembre Lucchese è un’antica celebrazione della festa del Santo Patrono, il Volto Santo, ma è anche festa del popolo, che trascina con sè anche le tradizioni pagane collegate ai riti propiziatori della campagna. La festa di Santa Croce è l'evento tradizionale per antonomasia a Lucca. Viene celebrato il 14 Settembre. La sera del 13, giorno precedente, ha luogo la tradizionale processione in onore del Volto Santo, il Crocifisso ligneo venerato dai lucchesi e scolpito, secondo la leggenda, in un cedro del Libano da Nicodemo, al fine di tramandare le sembianze di Cristo. La solenne processione, a cui prendono parte, oltre alle autorità civili e religiose, anche i balestrieri vestiti con costumi medievali, e molti figuranti in costume, attraversa la città dove vengono spente tutte le luci elettriche rimanendo illuminata solo da lumini e candele poste sui davanzali delle case e sulle insegne dei negozi e arriva all'interno della cattedrale di S. Martino, dove è eseguito il "mottettone", una composizione sacra. Secondo la tradizione, il 14 Settembre i cittadini lucchesi si dirigono verso il centro storico per fare visita alla cappella in cui è conservato il Volto Santo, in Cattedrale, e per pregare ai piedi della sacra effigie. I più devoti percorrono anche il giro delle sette chiese. Ma Santa Croce è anche una festa tradizionale fatta di folklore, fiere e mercati, tutti di antica origine: tra questi, la fiera del bestiame a Monte S. Quirico, e la mostra degli uccelli, un tempo in Piazza del Carmine, oggi a Borgo Giannotti.
Lungo tutto l'arco del mese, la città di Lucca ospita concerti, manifestazioni, opere liriche, incontri culturali, eventi sportivi e i tradizionali banchetti nel centro storico e nella immediata periferia.
Sempre durante il settembre lucchese si svolge la fiera MURABILIA - MURA IN FIORE nasce con l'intento di far conoscere ai numerosi appassionati il mondo vivaistico, presente solo in poche altre mostre italiane e estere. Si tratta di una mostra mercato del giardinaggio di qualità che ospita numerosi vivaisti altamente pecializzati in collezioni botaniche di piante poco note, rare, insolite, curiose, oltre che espositori di sementi, bulbi, attrezzature per il giardinaggio, vasellame, concimi, editoria specializzata, antiquariato da giardino, associazioni di categoria e singoli appassionati collezionisti. La maggiore sensibilità manifestatasi negli ultimi anni per il "mondo verde" ha comportato lo sviluppo di un crescente interesse per piante o collezioni particolari - generalmente non reperibili presso gli ordinari canali distributivi - a seguito del quale sono nati piccoli vivai specializzati che concentrano la loro attività su specifici generi e famiglie di piante (rododendri, camelie, ortensie, salvia, piante grasse, ecc..) e che raggiungono risultati di grande qualità.
PISA- torna su
Tra i monumenti più importanti della città vi è - nella celebre Piazza dei Miracoli, dichiarata patrimonio dell'umanità - la Cattedrale costruita in marmo tra il 1063 ed il 1118, in stile romanico pisano, con il portale in bronzo di san Ranieri di Bonanno Pisano ed il pulpito di Giovanni Pisano.Nella piazza svetta la caratteristica Torre pendente, campanile del 56 metri, che acquisì la sua caratteristica inclinazione dieci anni dopo l'inizio della sua costruzione
La Piazza dei Miracoli, nome con cui è nota Piazza del Duomo, è il centro artistico e turistico più importante di Pisa. Annoverata fra i Patrimoni dell'Umanità dall' UNESCO dal 1987, vi si possono ammirare alcuni capolavori d 'europea, cioè i monumenti che formano il centro della vita religiosa cittadina, detti appunto miracoli per la loro bellezza e originalità: la cattedrale, il battistero, il camposanto, e la torre pendente.
La torre pendente: chiamata in Italia "Torre di Pisa", e a Pisa semplicemente "la Torre", è il campanile del Duomo. Sotto di esso il terreno ha leggermente ceduto, facendolo inclinare di alcuni gradi. Si tratta di un campanile costruito nell'arco di due secoli (in tre diverse fasi di lavoro) a partire dalla fine del [XII secolo].
Il Duomo: il cuore del complesso è il Duomo di Santa Maria Assunta, la cattedrale medievale. Essa è anche una Primaziale, essendo l'Arcivescovo di Pisa un Primate. È una chiesa a cinque navate col transetto a tre navate. L'edificio, come la torre campanaria, è sprofondato percettibilmente nel suolo, e alcuni dissesti nella costruzione sono ben visibili, come le differenze di livello tra la navata di Buscheto e il prolungamento ad opera di Rainaldo (le campate verso ovest e la facciata).
Il Battistero: dedicato a San Giovanni Battista, s'innalza di fronte alla facciata ovest del Duomo. L'edificio fu iniziato a metà del XII secolo, l'interno, sorprendenemente semplice e privo di decorazioni, ha inoltre una eccezionale acustica. È il più grande battistero in Italia: la sua circonferenza misura 107.25 m.
Il Camposanto: il Camposanto monumentale si trova al limite nord della piazza. Si tratta essenzialmente di un cimitero cinto da mura. Si dice che il Camposanto sia nato intorno ad uno strato di terra portato dalla Terrasanta via nave dopo la Quarta Crociata. Dal 1945 ad oggi sono ancora in corso lavori di restauro, che fra l'altro hanno portato al recupero delle preziosissime sinopie.
LIVORNO - torna su
IL PORTO MEDICEO
Passeggiando per Livorno é possibile ammirare la Fortezza Vecchia e la Fortezza Nuova che si affacciano sul porto mediceo. La Fortezza Vecchia è un grandioso complesso e uno dei monumenti più significativi dell’urbanizzazione medicea realizzata da Sangallo il Giovane. La Fortezza Nuova è un possente bastione del sec. XVIII, oggi riconvertito in parco pubblico.Tra le due fortezze si affaccia un quartiere caratteristico chiamato “La nuova Venezia”, anima della vivace tradizione marinara. Questo pittoresco quartiere è caratterizzato da un fitta rete di canali molto importanti per i pescatori del ‘600. Inoltre, qui sorge la chiesa domenicana di S. Caterina, dall’abside singolare che custodisce l’Incoronazione della Vergine di Vasari.Altre chiese e luoghi di culto cittadini ricordano, nel loro nome, la coesistenza di nazionalità e tradizioni religiose (Chiesa degli Armeni, Chiesa dei Greci Uniti, Chiesa degli Olandesi, Sinagoga degli Ebrei sefarditi…).Nel cuore della città antica, nella Piazza Grande, si eleva il Duomo (sec. XVI-XVIII) che al suo interno ospita tele di Iacopo Ligozzi, Passignano, Andrea del Sarto.Ma il vero simbolo di Livorno è il monumento ai Quattro Mori (monumento a Ferdinando I), eseguito da Giovanni Bandini nel 1595 e completato con le figure bronzee dei “Mori” da Pietro Tacca nel 1626.Vale la pena di visitare Villa Mimbelli, oggi Museo Civico Fattori, dove si espongono, oltre alle opere di Giovanni Fattori, numerosi capolavori dei Macchiaioli toscani.
Per chi ama la archeologia e la magia degli antichi popoli, nel golfo di Baratti si trova l’unica necropoli Etrusca situata sul mare con numerose ed importanti testimonianze di questa civiltà.
Nella città natale di Mascagni, Fattori, Modigliani, Caproni moltissime sono le suggestioni che i luoghi, i suoni, i colori possono suscitare nei visitatori. Per gli amanti della lirica, dell'arte, della storia i luoghi della memoria della città risulteranno particolarmente intensi. Anzitutto il Museo Civico "Giovanni Fattori" dove sono esposte opere di pittori toscani e sede, nei locali dei suoi ex Granai, di mostre temporanee. Ricordiamo anche il museo Mascagnano, dedicato all'artista, ed i luoghi di memoria religiosa e culturale delle "Nazioni" che popolarono da sempre Livorno. Per scoprire i tesori del mare, il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo unisce antichi reperti ad un moderno percorso didattico, arricchito da un Orto Botanico.
Nel territorio d i Livorno sono comprese anche alcune isole:Elba-Capraia,l'isola di Gorgona e le secche della Meloria ( le ultime due ,facenti parte del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano).
Percorrendo la linea della costa, si incontrano suggestive insenature e baie come la Costa dei Gabbiani o la Cala Scirocco dove si apre la Grotta del Bue Marino, un tempo rifugio di foche monache, ora però non più visitabili a causa delle restrizioni del Parco.
MASSA/CARRARA - torna su
Carrara,di solito non viene inclusa nei tour delle città d'arte come succedeva fino a 5/6 anni fa per Lucca, a differenza di Firenze Siena e Pisa, che hanno avuto sempre moltissima promozione:Ma se volete fare una gita culturale di notevole interesse non potete non visitarla.Vi diamo qualche info (raccolta su siti dedicati a questa bella e poco considerata città a due passi dalla Versilia )
L’escursione suggerita parte da piazza Matteotti, centro dell’attività ottocentesca, racchiusa tra palazzi dell’epoca tra i quali domina il Politeama Giuseppe Verdi (1892), sui lati della piazza si possono ammirare le riproduzioni del Cavallino di Arturo Dazzi e del Porcellino o Cinghiale di Pietro Tacca (l’originale si trova a Firenze, davanti alla Loggia dei Mercanti).
Dalla piazza si segue in direzione nord-est la pedonale via Roma che raggiunge il nucleo della città più antica, all’incrocio con via Verdi si nota il palazzo dell’Accademia di Belle Arti. Residenza dei Cybo Malaspina, signori di Carrara e di Massa, voluta da Alberico I Cybo. La costruzione ingloba il precedente castello medievale, del quale rimane ancora il mastio (restaurato), il corpo cinquecentesco è stato ampliato e trasformato a più riprese nei secoli XVII e XVIII secolo. Nel 1805 il palazzo diventa sede dell’Accademia di Belle Arti su donazione di Elisa Napoleone Baciocchi, si deve invece l’istituzione dell’Accademia a Maria Teresa Cybo Malaspina d’Este (1769).
Davanti al palazzo è il monumento a Pietro Tacca, scultore carrarese, di Carlo Fontana, sulla destra la Piazza Gramsci , un tempo Piazza d’Armi e giardino del Principe, adibita a giardino pubblico nell’Ottocento, è ornata da una fontana e da alcuni monumenti: al sindacalista anarchico Meschi di Pietro Nelli; a Pellegrino Rossi e al filosofo Angelo Pelliccia.
Scendendo una scalinata si raggiunge la chiesa del Suffragio, eretta su disegno di Innocenzo Bergamini nei primi dell’Ottocento, con pianta a croce latina sormontata da cupola. La facciata è caratterizzata da un grande portale barocco in marmo bianco, su cui poggia un altorilievo raffiguranti le Anime Purganti. La chiesa è oggi sconsacrata ed ospita al proprio interno mostre ed esposizioni temporanee. Percorrendo la strada lungo il muraglione di Piazza Gramsci, si raggiunge piazza dell’Accademia, al centro il monumento a Mazzini (1892), sulla destra il settecentesco palazzo Rosso, antica sede dell’Accademia. Nella parte bassa della piazza sta la seicentesca chiesa del Carmine, sul cui portale è una Madonna col Bambino di Bartolomeo Ordoñez. La chiesa fu costruita tra il Cinquecento e il Seicento, nell’interno si notano l’altare maggiore, dedicato alla Vergine del Carmelo (in marmi policromi con dipinto del XVI secolo) e l’altare dedicato a S. Maria Maddalena dei Pazzi (XVI secolo).
Di fronte alla chiesa del Carmine, è via S. Maria, tra le più antiche e caratteristiche strade della città medievale, tra le case antiche da notare, a sinistra del numero 14, quella di Emanuele Repetti, che secondo la tradizione fu abitata da Petrarca nel 1343, ha la facciata in marmo e riporta diversi bassorilievi medievali tra i quali lo stemma di Carrara (la ruota), proprio per questo si ritiene che l’edificio fu sede del primo Comune (secolo XIII). Percorrendo la strada medievale si raggiunge la a sinistra la piazza del Duomo, dove è collocata fontana con la statua raffigurante Andrea Doria nelle sembianze di Nettuno, opera incompiuta di Baccio Bandinelli.
Intitolato a S. Andrea Apostolo, il Duomo di Carrara è caratterizzato da un impianto romanico sul quale si sono aggiunti elementi gotici. Costruito dall’XI al XIV secolo interamente in marmi apuani, con varie influenze toscane e lombardo-parmensi. Le parti più antiche dell’edificio, risalenti alla fine dell’XI secolo, sono alcune sculture e il portale con i capitelli. Alla seconda fase costruttiva (metà del XII secolo) in stile romanico, appartiene il colonnato interno e le parti basse della facciata e delle pareti laterali. La parte superiore della facciata risale al XIV secolo, in stile gotico, caratterizzata da un grande rosone centrale e da un pregevole loggiato ad archi scalati. La pianta rettangolare con abside semicircolare ha un impianto a tre navate, con la parte centrale più alta. L’interno molto suggestivo, presenta opere di notevole pregio artistico.
Davanti alla facciata del Duomo, inizia via Ghibellina, che arriva nella storica piazza Alberica, prendendo un viottolo sulla destra ci si immette sulla via Carriona, dove sono ubicati la fontana della Sirena, la chiesa di S. Maria delle Lacrime, l’ex ospedale di SS. Giacomo e Cristoforo, e la chiesa della Madonna delle Grazie. La via Carriona è l’antica strada percorsa dai carri provenienti dalle cave e lungo tale strada si notano ancora gli edifici degli antichi laboratori. Svoltando nel Viale Potrignano, seguendo le indicazioni per Campocecina, si arriva al Parco Padula, con villa Fabbricotti.
Proseguendo per Via Ghibellina, si giunge alla storica Piazza Alberica, aperta nel secondo Cinquecento da Alberico I sull’area del foro boario, al margine delle mura albericiane, la piazza è cinta da belle case di impronta sei-settecentesca tra le quali si distinguono a sinistra il palazzo delle Logge, la casa natale dello scultore Pietro Tacca (allievo di Gianbologna) e il palazzo dei conti del Medico riccamente ornato in marmo. Al centro della Piazza sorge la fontana di Pietro Fontana con la statua dedicata a Maria Beatrice d’Este (1824), in stile neoclassico.
Da Piazza Alberica si giunge al Teatro degli Animosi in stile neoclassico, con il vicino monumento a Giuseppe Garibaldi (1899) realizzato da Carlo Nicoli. Il teatro fu costruito nel XIX secolo per volontà di cittadini illustri che decisero di fondare un’ Accademia e il Teatro con Casinò Civico, vista la temerarietà dell’impresa considerando i tempi e le condizioni di allora, l’ Accademia prese nome “Animosi” e così il teatro che venne costruito con le donazioni dei cittadini più illustri.
Ritornando nella piazza si accede a via Alberica una delle più belle e significative strade, caratterizzata dai bei palazzi ancora ben mantenuti come il palazzo Conti Lucani, il palazzo Fabbricotti e il palazzo detto delle Cariatidi, dalla facciata completamente in marmo.
Massa - torna su
Piazza degli Aranci, delimitata da una doppia fila di piante di arancio da cui deriva il nome. Nel centro è stato posto un monumento in marmo costituito da un obelisco, alla base del quale vi sono quattro statue-fontane raffiguaranti leoni, eretta nel 1853 in onore dei duchi Francesco IV e Francesco V di Modena. Nel corso dei secoli, la piazza ha subito importanti cambiamenti, originariamente sul luogo sorgeva l’antica collegiata di S. Pietro che venne demolita nel 1807 per volere di Elisa Napoleone Baciocchi, per dare maggiore risalto al Palazzo Ducale. In seguito all’ultimo conflitto mondiale gli edifici antichi che circondavano la piazza furono abbattuti e i moderni interventi urbanistici cambiarono le sue caratteristiche.
La imponente struttura architettonica del Palazzo Ducale domina la piazza, l’edificio è comunemente chiamato “Palazzo Rosso” per il caratteristico fondo rosso che mette in risalto il bianco del marmo e degli stucchi, attuale sede della Prefettura e dell’Amministrazione Provinciale che, dal XV al XIX secolo, ospitò i Malaspina.
Sottoposto nei secoli ad una serie di rimaneggiamenti, il nucleo originale del palazzo risale al 1557. Iniziato da Alberico I Cybo come sede di corte trasformando quello che era il casotto di caccia dei Malaspina, l’edificio fu portato a termine dai successori tra la metà del XVII secolo e il 1705 su progetto di Giovan Francesco e Alessandro Bergamini. Al primo è dovuto il notevole ampliamento,
la realizzazione del cortile a due ordini di logge e della cappella, al secondo la definitiva sistemazione della facciata, il demolito teatro ducale, il ninfeo e il complessivo rinnovamento dell’apparato decorativo.
In via Alberica, su un lato del Palazzo Ducale, è possibile visitare il Museo Diocesano, il museo ha sede all’interno di uno dei palazzi storici di Massa più significativi del centro, il “palazzino dei cadetti” costruito alla fine del Cinquecento da Alberico I Cybo Malaspina, recentemente
restaurato, subì diverse trasformazioni fino a divenire il palazzo dei primi dieci vescovi diocesani fino al 1970.
Oggi nelle sale si possano ammirare le opere che meglio rappresentano la storia artistica e religiosa del territorio, tra queste il trittico del pittore Bernardino del Castelletto, il tesoro della Cattedrale, espressioni della devozione popolare realizzate da artigiani e artisti quali Jacopo della Quercia, Felice Palma, Agostino Ghirlanda, Domenico Fiasella.
A breve distanza dalla Piazza degli Aranci, percorrendo via Dante si giunge alla Cattedrale, la moderna facciata (1936) della basilica intitolata ai Ss. Pietro e Francesco, eretta a duomo nell’Ottocento. In origine chiesa conventuale francescana, fu costruita per volontà del marchese Jacopo Malaspina nella metà del XV secolo. Il tempio presenta una struttura ad una sola navata centrale e tre altari laterali, con due interessanti cappelle sul lato destro: la cappella delle Stimmate e quella del SS. Sacramento. Per una porta si scende al sepolcreto Cybo Malaspina e dei vescovi, cappella sotterranea nella quale erano le urne funerarie dei principi e duchi di Massa.
In prossimità del Duomo una piccola fontana cinquecentesca in marmo denominata “Battì del Barile” XVII secolo poco distante si può ammirare l’antico portale del Salvatore.
Scendendo per via Dante si arriva a piazza Palma, da cui si scorge la moderna e vasta chiesa di S. Sebastiano, poco distante, il Teatro Guglielmi, costruito nel1880 per sostituire il piccolo teatro di corte divenuto ormai insufficiente al pubblico. Il teatro fu intitolato al musicista massese Alessandro Guglielmi. La facciata nella parte centrale è caratterizzata da tre arcate che formano un loggiato e due ali laterali, all’interno
decorazioni in stucco dorato, è strutturato in tre ordini di palchi ed un grande loggione superiore.
Nella zona sud-est, alla confluenza di tre strade che si immettono nel viale Chiesa, si raggiunge la Chiesa della Misericordia, costruita nel 1629 ha mantenuta quasi intatta nel tempo la sua struttura originale. Si presenta con una facciata a quattro colonne che sorreggono un’arcata.
Molto interessanti sono l’abside e le due cappelle laterali. Costruita in quella che era allora la periferia della città, fra poche case coloniche e orti coltivabili, dovette apparire imponente ai pellegrini che affluivano a visitarla.
Provincia di Massa - torna su
Sulla strada panoramica che da Montignoso conduce a Strettoia si raggiunge la collina sulla quale sorge il castello Aghinolfi. L’area collinare ha origini antichissime, già abitata dai liguri- apuani , ha sempre avuto un’importante funzione strategica, tanto che nel 1945 diventa il caposaldo nazista sulla linea gotica; il castello sarà liberato dagli americani e dai partigiani con il sacrificio di numerose vite umane. I lavori di restauro del 1997 hanno riportato il castello ad essere un luogo di interesse didattico scientifico. Tra i castelli della Lunigiana è uno dei più antichi e faceva parte del Limes bizantino a confine dei territori longobardi. si ricorda l’importanza della sua posizione lungo uno dei principali snodi viari della storia
(Via Regia, via Aemilio Scauri, via Francigena).
Il castello è stato restaurato nel 1997 grazie ai fondi dell’Unione Europea.
La Cittadella o Fortezza Firmafede fu la prima costruzione militare della città, edificata nel 1249, con la cinta muraria della città, attraverso l’aiuto dei Pisani alleati della città. Nel 1324 Castruccio Castracani fu l’artefice delle aggiuntive modifiche che vi furono fatte, successivamente distrutto dai Fiorentini, sotto la guida diLorenzo de' Medici, durante il 1487 nella cosiddetta "Guerra di Serrezzana". La Cittadella attuale prese forma a partire dai ruderi della precedente costruzione sotto la guida di Lorenzo de' Medici che si avvalse del lavoro dei migliori architetti militari fiorentini dell'epoca.
Durante l'ultima Guerra la Foce del Cinquale fu l'inizio geografico della Linea Gotica sulla quale si fermò per oltre 8 mesi il fronte con terribili devastazioni.
Al termine del conflitto è iniziato lo sviluppo residenziale e turistico che ha portato ai nostri giorni
PRATO - torna su
Prato è nel cuore della Toscana, centro ideale per raggiungere le altre famose città d'arte della regione. Ma pure essa è città d'arte e di prestigio, e offre vari itinerari artistici. Nel centro storico il Castello dell'Imperatore, il Duomo, il Palazzo Pretorio, la Basilica di Santa Maria delle Carceri, le chiese di San Francesco e di San Domenico, custodiscono opere di grandi maestri, come Agnolo Gaddi, Paolo Uccello, Filippo e Filippino Lippi, Donatello ed altri famosi artisti del Trecento e del Rinascimento. I musei di Pittura Murale e dell'Opera del Duomo, le Gallerie comunali e degli Alberti, conservano importanti collezioni che arrivano fino alla stagione artistica del primo Novecento. Il Centro per l'Arte Contemporanea "Luigi Pecci" organizza mostre e manifestazioni dei più noti artisti dell'Avanguardia. Espressione della storia tessile della città, il Museo del Tessuto illustra ai visitatori un'interessante panoramica dell'arte della tessitura attraverso i secoli.
Prato si trova al centro dell'area settentrionale della Toscana, capoluogo di una Provincia composta da sette Comuni: Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio a Caiano, Vaiano e Vernio. È conosciuta per la lavorazione tessile laniera che ha avuto, fin dal Medioevo, un ruolo importante per lo sviluppo economico e sociale dell'intero distretto e che ora, con le sue moderne fabbriche, è stata trasferita nelle zone industriali. Il territorio provinciale è ricco d'interessi per il turista: necropoli e reperti etruschi a Comeana ed Artimino, chiese romaniche sparse nel Carmignanese, le antiche Badie in Val di Bisenzio, i borghi medievali, le splendide ville Medicee di Poggio a Caiano e Artimino, il Parco Museo Quinto Martini di Seano e quello ambientale di Mercatale di Vernio; il paesaggio collinare del Montalbano, ricco di vigneti e d'oliveti, il suggestivo scenario del massiccio carsico della Calvana che si fronteggia allo sperone boscoso della riva destra del Bisenzio.
AREZZO - torna su
La Cattedrale di San Donato è il Duomo di Arezzo. Nel 1203 papa Innocenzo III ordinò di trasferire entro le mura cittadine la Cattedrale spostandola dal colle del Pionta, dove, presso la tomba di San Donato, erano sorti i principali edifici di culto cristiano . La Chiesa di San Domenico è uno dei più rinomati edifici sacri di Arezzo per la presenza, al suo interno del Crocifisso ligneo dipinto da Cimabue, considerato uno dei capolavori della pittura del Duecento, databile alla fine degli anni Sessanta. La chiesa fu iniziata nel 1275 e finita nel XIV secolo. La decorazione pittorica trecentesca è tutt'oggi bene documentata. È lavoro maturo (1395-1400) di Spinello Aretino l'affresco con i "Santi Filippo e Giacomo Minore e storie della loro vita e di Santa Caterina".
La Basilica è storicamente la seconda chiesa dei francescani nella città di Arezzo. La prima era fuori delle antiche mura e doveva essere una chiesa abbastanza grande per contenere la Grande Croce francescana dipinta e una tavola della Maestà di Guido da Siena. Il motivo per cui fu distrutta la prima chiesa ed edificata questa seconda, nel correre di pochi anni, è da ricercarsi nella necessità di difesa dalle devastazioni causate dagli eserciti di ventura. La Maestà fu quindi trasportata nella nuova chiesa e successivamente asportata nel 1863 per farne un pezzo da museo.
La comunità aretina con atto consiliare del 1290 pregò i frati di edificare la chiesa dentro le mura. Il nobile Ildino Cacciaconti donò quindi ai frati una casa che non poteva più abitare perché esule ad Asinalonga (l'odierna Sinalunga), dopo la sconfitta di Campaldino che causò l'esilio degli aderenti di parteLa Pieve di Santa Maria Assunta o Santa Maria della Pieve o più semplicemente la Pievesi trova in corso Italia.Il momento di massimo splendore della Pieve, esistente già in epoca paleocristiana, è connesso a quello del libero comune di Arezzo. La protezione del Comune favorì la costruzione di una nuova chiesa intorno alla metà del XII secolo con tre navate, abside, presbiterio rialzato e con cripta sottostante. Un secondo rifacimento risale al XIII secolo. A questo momento risale l'aggiunta degli archetti ciechi e loggette sovrapposte della facciata La Badia delle Sante Flora e Lucilla è una chiesa di Arezzo. La costruzione della chiesa ha avuto varie fasi, cominciando da quella gotica ad un'unica navata del 1278. Nel 1315 fu rifatto anche il monastero. È databile al 1319 la "Croce" dipinta di Segna di Bonaventura. Nel 1489 fu realizzato il chiostro progettato da Giuliano da Maiano. Quattrocentesco è l'affresco con "San Lorenzo" di Bartolomeo della Gatta, datato 1476. La chiesa è stata completamente trasformata su progetto di Giorgio Vasari a partire dal 1565
.LA GIOSTRA SARACINO Nel quadro delle rievocazioni storiche, di cui il centro Italia è ricco, si colloca la Giostra del Saracino. Ripristinato in rievocazione storica nel 1931, la Giostra del Saracino si corre ad Arezzo nella Piazza Grande il penultimo sabato di giugno in notturna e la prima domenica di settembre in edizione diurna Nel quadro delle rievocazioni storiche, di cui il centro Italia è ricco, si colloca la Giostra del Saracino. Ripristinato in rievocazione storica nel 1931, la Giostra del Saracino si corre ad Arezzo nella Piazza Grande il penultimo sabato di giugno in notturna e la prima domenica di settembre in edizione diurna
SIENA - torna su
Architettura. - I più antichi documenti d'arte che noi possediamo a Siena ci riportano tutti all'origine del comune, cioè al secolo XI. Nulla di notevole è rimasto del periodo romano e medievale, L'architettura romanica senese è molto meno ricca di quella lucchese, pisana e fiorentina. Le opere più importanti che abbiamo di questo stile sono il corpo anteriore del Duomo e la Fonte d'Ovile (1262).
Originale e geniale è invece l'esplicitazione che ebbe lo stile gotico a Siena, dove fiorì più a lungo che nelle altre città italiane, irradiandosi nei territori circostanti.Le rovine della Chiesa di San Galgano attestano l'antichità dell'apparizione dell'arte gotica nel senese, Fra i principali monumenti gotici ricordiamo: il Duomo, a tre navate, iniziato nel XII secolo; interamente rivestito di marmo, con campanile romanico; particolarmente notevole è la facciata, una delle più importanti e suggestive creazioni architettoniche italiane con sculture di Giovanni Pisano; il Palazzo Pubblico, il più grandioso dei palazzi gotici toscani (costruito fra il 1297 e il 1342) con la Torre del Mangia, alta 102 m (1338-48), opera di Muccio e Francesco di Rinaldo (allievi di Arnolfo di Cambio, di cui è il progetto originario che questi non potette terminare perché venuto a mancare prematuramente), la cui parte superiore è opera di Agostino di Giovanni.
Sulla piazza antistante, detta piazza del Campo, a forma di conchiglia e sede del tradizionale Palio, sono la monumentale Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, copia ottocentesca dell'originale, ora nel Palazzo Pubblico, e la Cappella di Piazza (1352-1376) compiuta da Giovanni di Cecco; altri monumenti senesi del periodo gotico sono i palazzi Tolomei, che è il più antico della città, Sansedoni, Saracini, Buonsignori, il Palazzo del Capitano di Giustizia; fra le chiese, San Francesco, San Domenico, Santa Maria dei Servi, il Battistero (con il fonte battesimale decorato da sculture di Jacopo della Quercia, Donatello, Ghiberti, Giovanni di Turino, Turino di Sano e Goro di Neroccio).
Molti furono gli architetti gotici senesi. Particolare ricordo meritano per l'irradiazione dell'arte senese Lorenzo Maitani, che diresse per oltre un decennio la costruzione del Duomo di Orvieto; Sozzo di Rustichino, che edificò il Duomo di Grosseto; Giovanni di Stefano, autore della Fontebranda.
Il Rinascimento s'affermò a Siena più lentamente e conservò elementi specificamente gotici. Monumento caratteristico dello stile senese di transizione è la graziosa Loggia della Mercanzia, opera di Sano di Matteo (1417-28). Artisti di Firenze (ricorderemo solo Bernardo Rossellino e Giuliano da Maiano) lavorarono in Siena; il primo alla costruzione di Palazzo Piccolomini, il secondo, di Palazzo Spannocchi; ma anche nel periodo del Rinascimento Siena fu patria di grandi architetti che lavorarono fuori della città natale e contribuirono allo sviluppo del nuovo stile. Ricordiamo Francesco di Giorgio Martini, che fu uno dei maggiori architetti del suo tempo; Antonio Federighi, autore delle Loggie del Papa; Giacomo Cozzarelli di Bartolomeo di Marco e, il più grande di tutti, Baldassarre Peruzzi, autore del Palazzo Pollini, che lavorò soprattutto a Roma.
Tra le opere architettoniche più notevoli del Cinquecento senese ricorderemo: la Chiesa di San Martino (1537), opera di Pelori e la Chiesa di Santa Maria di Provenzano, opera di fra Domenico Schifardini (1594).
Al periodo barocco risalgono invece: le chiese dei Santi Pietro e Paolo di Flaminio del Turco, di San Martino di G. Fontana e la Cappella Chigi in Duomo di B. Giovannelli. Al '700 risale infine la Chiesa di San Giorgio, opera di P. Cremoni.
È stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.
Il Duomo domina la piazza con il suo rivestimento di marmo bianco-nero che richiama la "balzana", simbolo del Comune. La facciata, di Giovanni Pisano, è un capolavoro romanico-gotico. Entrando colpisce di nuovo il gioco bianco-nero dei pilastri, l'azzurro-oro delle volte e soprattutto il pavimento, unico al mondo: composto da 56 riquadri di marmo intarsiati con figure mitologiche e scene del Vecchio Testamento (1379-1547). E' interamente visibile al pubblico solo in alcuni mesi dell'anno. Il Duomo offre opere di grande importanza artistica, come il San Giovanni Battista di Donatello e il famoso pulpito di Nicola Pisano. Sulla destra la Cappella del Voto, così chiamata da quando i soldati senesi fecero il loro voto per la battaglia di Monteaperti 1260. Ancora oggi i senesi vi si recano per chiedere grazie particolari alla Madonna. All'interno del Duomo troviamo la Libreria Piccolomini: costruita nel 1495 su commissione del Cardinale Francesco Piccolomini e ricca di grandi opere tra le quali gli affreschi del Pinturicchio.
Scendendo le scale dal Duomo arriviamo alla Chiesa di San Giovanni Battista, ovvero il Battistero, ricco di importanti opere. Sopra uno dei gradini della scalinata che dal Duomo porta al Battistero c'è una piccola croce dove, secondo la tradizione, cadde Santa Caterina salendo in ginocchio. Da qui, per Via di Città, arriviamo alla sede dell'Accademia Chigiana. croce dove, secondo la tradizione, cadde Santa Caterina salendo in ginocchio. Da qui, per Via di Città, arriviamo alla sede dell'Accademia Chigiana.
Il Palio non è una manifestazione riesumata ed organizzata a scopo turistico: è la vita del popolo senese nel tempo e nei diversi suoi aspetti e sentimenti. Esso ha origini remote con alcuni regolamenti ancor oggi validi dal 1644, anno in cui venne corso il primo palio con i cavalli, così come ancora avviene, in continuità mai interrotta.
Il territorio della Città è diviso in diciassette Contrade con dei confini stabiliti nel 1729 dal Bando di Violante di Baviera, Governatrice della Città.Ogni Contrada è come un piccolo stato, retto da un Seggio con a capo il Priore e guidato nella "giostra" da un Capitano, coadiuvato da due o tre contradaioli detti "mangini".
Possiede, entro il suo territorio, una Chiesa con annessa la sede ove viene custodito tutto il suo patrimonio: cimeli, drappelloni delle vittorie, costumi della Comparsa - quelli in uso e molti di antica data - bandiere, archivio e tutto quanto altro concerne la vita della Contrada stessa.
Questa manifestazione anche se storica viene fortemente contestata dagli animalisti ,in quanto spesso i cavalli ,anche se allevati con tutte le attenzioni possibili,durante la corsa del palio, cadono e riportano ferite non curabili.
FIRENZE - torna su
Firenze è spesso indicata come la culla del rinascimento: la città è ovunque caratterizzata da quello straordinario sviluppo letterario, artistico e scientifico che ebbe luogo nel XIV-XVI secolo. Tra i fatti antecedenti questo periodo di splendore troviamo la crisi della Chiesa cattolica (specialmente la controversia sul Papato di Avignone in Francia e lo Scisma d'Occidente) e i disastrosi effetti della peste nera, che portarono ad un riesame critico dei valori medioevali, risultando in una rivalutazione di quelli dell'antichità classica. Firenze beneficiò sotto tutti gli aspetti, (materialmente e spirituali), di questo grande cambiamento sociale e divenne uno dei luoghi catalizzatori di quella corrente di pensiero, costituendo in quell'epoca uno dei più importanti centri di rinascita della culturamondiale. Il campanile di Giotto è la torre campanaria di Santa Maria del Fiore, la Cattedrale di Firenze, e si trova in piazza del Duomo.
La chiesa e il convento di Santa Maria Novella Terminata da Leon Battista Alberti nel 1470 su incarico del ricco mercante Giovanni Rucellai, fu in realtà innestata sulla parte inferiore già esistente che risaliva al Trecento.
Il Piazzale Michelangelo a Firenze rappresenta il più famoso punto di osservazione del panorama cittadino, riprodotto in innumerevoli cartoline e meta obbligata dei turisti in visita alla città. Fu realizzato dal 1865 su disegno dell'architetto Giuseppe Poggi su una collina appena a sud del centro storico, a completamento dei lavori di riqualificazione della riva sinistra dell'Arno Palazzo Vecchio Al suo interno il palazzo ospita un museo che espone fra l'altro opere di Agnolo Bronzino, Michelangelo Buonarroti, Giorgio Vasari, ecc.Chiamato in origine Palazzo della Signoria, nome dell'organismo principale della Repubblica fiorentina, ha assunto nei secoli nomi diversi: da Palazzo dei Priori a Palazzo Ducale, secondo i diversi ordinamenti governativi instauratisi nella città. Il nome Vecchio lo assunse nel 1565 quando la corte del Duca Cosimo I si spostò nel "nuovo" Palazzo Pitti.
GROSSETO - torna su
Le Mura di Grosseto furono edificate a partire dal XII secolo, più volte distrutte e ricostruite, devono il loro aspetto attuale agli interventi effettuati tra il 1574 e il 1593 da Baldassarre Lenci su incarico di Francesco I de' Medici.
La cinta muraria presenta un perimetro esagonale, con angoli difesi da bastioni poligonali a forma di freccia, con posti di guardia (garitte o "casini") alla punta, mentre la vecchia cittadella del "Cassero Senese" era protetta inoltre da un secondo bastione della medesima forma, rivolto verso l'interno.
Sino al 1757 le mura furono circondate da un fossato esterno e da un argine di terra battuta. Con Leopoldo II, furono demolite nel 1855 torricelle e "casini", ingentilendo l'aspetto della fortezza, che venne trasformata in passeggiata pubblica. Un bombardamento distrusse l'ultimo "casino" rimasto, detto "delle palle", all'interno del quale si conservavano alcuni affreschi. Recenti interventi di restauro hanno riportato l'intera cerchia muraria agli antichi splendori. [18]
Si conservano tuttora gallerie di servizio, magazzini e ridotti. Ambienti e percorsi sono pavimentati con mattoni a spina di pesce. Il centro storico di Grosseto è completamente racchiuso entro una cinta muraria fortificata che, a livello urbanistico, lo isola quasi completamente rispetto al resto della città, fatta eccezione per l'area di Porta Nuova dove nel corso dell'Ottocento fu demolita la porta cittadina, riempito il terrapieno del fossato e abbattuto un piccolo tratto di cortina muraria. L'attuale centro storico è il risultato della ricostruzione cinquecentesca delle mura, durante la quale assunsero un perimetro maggiore che allargò la superficie del centro storico cittadino rispetto al tessuto urbano medievale; tuttavia, la realizzazione delle Mura medicee comportò l'abbattimento di molti edifici di epoca medievale, tra cui anche alcuni complessi religiosi, che sorgevano al di fuori del preesistente centro cittadino lungo il perimetro dove poi è sorta l'attuale cinta muraria bastionata di forma esagonale. Nonostante l'ampliamento di epoca rinascimentale, il centro storico di Grosseto risulta ancora oggi di dimensioni piuttosto raccolte e contenute che consentono di poterlo visitare facilmente, grazie anche alla pedonalizzazione totale di molte strade.
In passato, il centro storico di Grosseto fu suddiviso in tre terzieri, il Terzo di San Pietro nella parte settentrionale, il Terzo di Città nella parte centrale e il Terzo di San Giorgio nella parte meridionale: tali suddivisioni sono andate via via scomparendo nel corso del tempo.
Il territorio comunale di Grosseto rientra in ben 4 distinte aree protette.
In particolare, va segnalato che la parte nord-occidentale del territorio comunale è compresa nella Riserva naturale Diaccia Botrona (area umida di grande pregio naturalistico), la parte sud-occidentale rientra nel Parco naturale della Maremma (tra la foce dell'Ombrone, la linea di costa e i Monti dell'Uccellina), le Formiche di Grosseto che sono incluse sia nel Parco nazionale Arcipelago Toscano che nel Santuario dei Cetacei, area marina protetta a livello internazionale che comprende anche l'intero tratto litoraneo del comune di Grosseto, oltre alle acque antistanti.
PISTOIA - torna su
Il centro geometrico di Pistoia è piazza del Duomo, monumentale fulcro sia del potere civile che ecclesiastico che comprende svariate architetture di pregio quali:
la Cattedrale di San Zeno, intitolata per l'appunto a San Zeno, che custodisce al suo interno l'altare argenteo di San Jacopo.
la torre del campanile, costruito su di un'antica torre di origine longobarda, in stile romanico; è diviso in tre ordini di loggette e provvisto di cella campanaria con tanto di cuspide che a causa di terremoti che flagellarono la città in epoca tardo-medievale venne rifatta più volte. Raggiunge un'altezza totale di 67 metri.
il Battistero di San Giovanni in corte del trecentesco, in stile gotico, con decorazioni in marmi bianco-verdi di Prato.
il Palazzo dei Vescovi composto da loggiato, al primo piano, in stile gotico e restaurato nel 1981. I sotteranei sono arricchiti da un importante percorso archeologico con scavi in sito di una stele etrusca di tipo fiesolano, una fornace romana e di tratti di mura dell'antica Pistoriae. Da non molti anni è aperto al pubblico ed è un raro esempio di museo dello scavo stratigrafico.
il Palazzo Pretorio o del tribunale anch'esso in stile gotico (ha perso negli interni parte del suo stile a causa dei lavori di ampliamento condotti nell'ottocento). È famoso per il suo cortile interno con gli stemmi dei magistrati.
il Palazzo di Giano o del Comune, con una bella facciata ornata di bifore e trifore.
l'ex chiesa di Santa Maria Cavaliera.
la altomedioevale torre di Catilina, alta 30 metri.
Sede dell'ormai storico Pistoia Blues che ogni anno porta in questa città a rtisti famosissimi, a cornice dei concerti un ricco mercatino artigianale dove trovare le cose più assurde nel caos di musica e profumi di incenso
Subito fuori città si può visitare Il Giardino Zoologico di Pistoia nasce negli anni ‘70 come struttura privata. Si estende alla periferia della città su una superficie di oltre 7 ettari, ospitando 600 animali appartenenti alle classi dei mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi, oltre a numerose piante di interesse floristico. Mantenendo l’esperienza, il parco si rinnova continuamente, assecondando quelle che sono le più moderne concezioni di giardino zoologico. Le attività educative contraddistinguono, nel panorama italiano, questa struttura; fucina e riferimento di tali iniziative è il Laboratorio della Biodiversità, ambiente dedicato alla didattica per tutte le età.
Convenzioni
Le attività convenzionate
Qua trovate alcune attività con noi convenzionate quali ristoranti, stabilimenti balneari, noleggiatori, parrucchieri eccetera, presenti sul territorio versiliese. >>
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